Dipinto dell’artista Jacob Jordaens “Diogene in cerca dell’uomo”. La dimensione del dipinto è di 120 x 174 cm, olio su tela. Oltre ai ritratti cerimoniali dei borghesi di Anversa e ai dipinti di passaggio su temi mitologici, Jordaens ha immagini più spiritualizzate.
Intorno al 1642, un pittore fiammingo dipinse un suggestivo quadro panoramico “Diogene”.
Il quadro generale raffigura un antico mercato. In primo piano sono ammucchiati con filari di verdure, animali domestici. Tra le montagne, il cibo è quasi lo stesso delle facce lucide dei mercanti, così come dei comuni cittadini, guerrieri, ubriachi, bambini.
E al centro, in mezzo a questa abbondanza, la figura emaciata di un vecchio chino. Si sposta direttamente verso lo spettatore dalle profondità dell’immagine, tagliando la composizione in due, come una nave che taglia le onde. Il saggio pazzo Diogene sta cercando qualcuno degno del nome di uomo.
Diogene di Sinop, un filosofo cinico, uno studente di Antisfenes, si considerava un seguace di Socrate, ma capiva la dottrina di Socrate da un lato: vedeva l’obiettivo della vita in virtù e la sua virtù in austerità. Credendo che la virtù consistesse nell’astinenza, nell’assenza di bisogni e in una vita in armonia con la natura, Diogene portò il suo ascetismo all’estremo, alquanto antiestetico agli occhi dei comuni cittadini. Essendo del tutto coerente con le sue convinzioni, Diogene, insieme a ricchezza e onore, negava anche la scienza esatta, la proprietà privata e il matrimonio.
Gli studenti di Diogene sono Stilpon Megarsky, Onesikrat, il satellite di Alessandro Magno e altri antichi filosofi greci.