Bramer ha spesso scritto piccole opere con insolite tecniche di illuminazione ed effetti. Più tardi, dopo essere stato influenzato dalle opere di Rembrandt, riuscì comunque a non perdere il suo stile di scrittura.
Nella collezione del principe Dolgorukov a San Pietroburgo nel 1912 c’era una copia di questo dipinto più piccolo, eseguito su rame.
La composizione in cui si sente chiaramente l’influenza di Adam Elsheimer, testato in Italia, fu apparentemente creata dopo il ritorno dall’Italia, dove l’artista visse nel 1614-1628. Ad oggi, tuttavia, molti studiosi suggeriscono anni 1628-1630.
Nell’immagine tra le antiche rovine vediamo i contorni del famoso tempio romano di Vesta. Attraverso lo strato di vernice appare terra scura, a volte rendendo indistinguibili i singoli colori.
La trama dell’immagine, a quanto pare, è associata alla narrazione biblica sopra del trasferimento dell’Arca di Dio a Gerusalemme, sebbene non si possa vedere che corrisponda esattamente a nessuno degli episodi del testo. Nel primo di essi, la processione con l’arca appare al suono di strumenti musicali suonati dal re stesso e da tutte le persone che camminano con lui.
Quindi, dopo la morte di un uomo che ha toccato accidentalmente l’arca, la processione viene interrotta, l’arca si trova in un rifugio temporaneo per tre mesi e solo dopo quel re David, vestito con abiti di lino, diventa di nuovo il capo della processione e, entrando a Gerusalemme, salta e balla in nome di Dio, per il quale poi una delle sue mogli lo rimprovera. Bramer, con ogni probabilità, combina due episodi e i gesti sorpresi del pubblico ci fanno ricordare il motivo della condanna; Inoltre, il maestro introduce nella composizione angeli non menzionati nel testo.
Tale libertà di interpretazione dell’argomento non è percepita come qualcosa di insolito nel contesto dell’arte di Bramer, una persona di ampi interessi, autore di affreschi e illustratore della letteratura spagnola. Nel suo lavoro puoi trovare molti esempi in cui sono raffigurate scene della Sacra Scrittura nell’ambiente altrettanto bizzarro di antiche rovine, nel crepuscolo o nella notte, con lampi di luce misteriosa – tra diversi esempi.