Uno dei migliori e tragici dipinti di “White Crucifixion” di Marc Chagall è stato scritto dall’artista dopo i pogrom ebraici in Germania, che passò alla storia come la “Notte dei cristalli”. Come ebreo, Chagall ha vissuto profondamente la situazione politica in Europa, dettando il vero antisemitismo.
Ci vorrà un po ‘di tempo e lo stesso pittore difficilmente sfuggirà al campo di concentramento, e quindi non sorprende che molti dei suoi dipinti di questo periodo riflettano la terrificante realtà dell’Olocausto. È interessante notare che, essendo ebreo, l’artista ha scelto l’immagine di Cristo crocifisso sulla croce come simbolo principale della tragedia del popolo ebraico. Il Cristo sofferente incarna in Chagall gli ebrei sofferenti: uno spettatore attento troverà immediatamente suggerimenti di questa identificazione.
Gesù non ha una corona di spine in testa, ma un tallone, un elemento dei paramenti di preghiera degli ebrei e un candelabro minore brucia ai suoi piedi. In fondo alla croce, Chagall raffigurava scene di atrocità naziste e nella parte superiore del quadro vi sono personaggi dell’Antico Testamento, che piangono per gli orrori di ciò che vedono. La figura del vagabondo in vesti verdi viene generalmente interpretata come il profeta Elia e l’arca della nave, come simbolo di una possibile salvezza.
Anche nella foto puoi vedere le bandiere comuniste rosse e la bandiera della Lituania ancora indipendente.
La trama nell’angolo in basso a sinistra della tela è profondamente tragica: un ebreo a braccia aperte. Sul suo petto vediamo un piatto bianco che precedentemente rappresentava un’iscrizione yiddish: “Io sono ebreo”. Ma Chagall decise di dipingerlo, così come la svastica sulla manica del nazista che stava bruciando la sinagoga.
Il quadro accusatorio “Crocifissione bianca” era una premonizione di distruzione ancora maggiore e omicidi disumani, e ha fatto una forte impressione. Un fatto curioso è che questa è l’opera preferita di Papa Francesco.