Il napoletano Luca Giordano è stato estremamente fruttuoso. Oggi, il suo lavoro, “spostandosi” da palazzi e templi, si trova in molti musei di tutto il mondo. Per molto tempo si credeva che non fosse altro che un abile artista in grado di creare composizioni decorative superficiali, coraggiose e monotone che preparavano il terreno per il successivo rococò.
Tuttavia, i ricercatori, tenendo conto delle peculiarità della pratica di quell’epoca, quando molti ordini fatti dal pittore, furono per lo più eseguiti da studenti e apprendisti, isolati dalle sue opere opere originali e scoperto un eccezionale, profondo virtuoso.
Giordano era allievo dello spagnolo Jusepa Ribera, ma era anche aperto ad altre influenze, in particolare Pietro da Cortona, i veneziani del Rinascimento, e in particolare il veronese. Seguendo l’usanza dell’ambiente artistico, Giordano fece un viaggio a Roma e Venezia. Lo stile pittoresco della scena della vita di San Pietro sorse sotto l’influenza di questo viaggio.
Le diagonali compositive disegnano drasticamente la superficie di una grande tela, il potente rilievo di corpi umani tesi si stabilisce in primo piano, irradiando onde di energia, facendo rabbrividire lo spettatore a causa di una tragedia crudele.
Simone, un pescatore della Galilea, divenne uno dei chiamati discepoli di Cristo: “Gesù, guardandolo, disse: tu sei Simone, figlio di Giona; ti chiamerai Kif, che significa” pietra “.” Sotto l’imperatore Nerone nel 64 d. C. e. Pietro, che non era più giovane, fu crocifisso sulla croce, soddisfacendo la richiesta del carnefice: ritenendosi indegno di morire come Maestro, chiese di crocifiggerlo a testa in giù.