I postimpressionisti si rifiutano di fissare semplicemente i fenomeni di luce, per trasferire sensazioni visive esatte sulla tela. Si impegnano per una maggiore sintesi di forma e colore, volendo dare un’immagine generalizzante all’immagine, per esprimere un’idea del mondo in generale. Il dipinto “The Coast of the Marne” è stato scritto due anni dopo dallo “Haystack” di K. Monet, mentre il concetto artistico e la struttura pittorica di questa tela sono fondamentalmente diversi.
Il paesaggio di Cezanne è decisamente statico: la linea quasi orizzontale della riva del fiume è contrastata dai rigidi verticali della casa e dagli alberi sulla riva. L’immobilità del paesaggio è accentuata dal fatto che si riflette nell’acqua ghiacciata simile a uno specchio. Se gli impressionisti del mondo a volte si dissolvono al sole, in un’atmosfera di luce e aria in costante cambiamento, allora a Cezanne riacquista il suo peso: il paesaggio enfatizza la struttura dell’edificio e la massa della massa di alberi. Tuttavia, la natura appare diversa rispetto ai dipinti dei vecchi maestri.
Non c’è fogliame illusorio.
Gli alberi nella foto formano una massa geometrizzante generalizzata, come una massa sfaccettata. Cezanne prese in prestito dalla tavolozza annerita degli impressionisti. Tuttavia, la colorazione dell’immagine è scura e fredda: dominano i toni blu e blu-verde, sono “supportati” dal marrone e dal viola.
Il cosiddetto colore “scorrevole”, cioè lo stesso colore, che appare nella pittura di cielo e acqua, alberi e suolo, gioca un ruolo importante nel sistema cromatico dell’artista. A causa di ciò, la tela acquisisce unità interna, integrità.
Riducendo il variegato colore del mondo a combinazioni coloristiche rigorosamente definite, generalizzando e geometrizzando le forme oggettive, Cezanne rifiuta tutto il superfluo, casuale, transitorio. Un motivo senza pretese con una villa villa banale gli procura una spiritualità speciale. “La Costa della Marna”, un paesaggio architettonico di forte severità architettonica, ricorda silenziosamente i paesaggi classici di Poussin, il cui lavoro altamente etico è servito da modello per Cezanne. Il dipinto entrò nell’Ermitage nel 1930 dal Museo Statale di New Western Art di Mosca.