Ciclo archeologico – Giorgio de Chirico

Ciclo archeologico   Giorgio de Chirico

Nel 1927-1928, de Chirico affronta ripetutamente il tema dell’archeologia. In concomitanza con il ciclo “gladiatorio”, il ciclo “archeologico” fa anche appello alla teatralità e alla spettacolare esibizione della realtà. Eroi: due manichini seduti su delle sedie.

Vestiti di toghe, tengono in ginocchio modelli di siti di scavo e scoperte archeologiche. Le gambe di entrambi gli archeologi metaforici sono scolpite nel marmo, così come i monumenti architettonici in ginocchio. Sembra che le figure, irrigidite nell’immobilità, diventino gradualmente loro stesse statue antiche.

L’artista impersonava i suoi eroi.

Invece di guardare allegramente le scoperte, de Chirico ha preferito mostrare i risultati materiali degli scavi… Tutti gli oggetti si trovano in uno spazio limitato. L’occhio dello spettatore viene prima diretto al muro sullo sfondo, quindi viene riflesso da esso, per così dire, e poggia su due manichini insieme a una collezione di reperti archeologici greci e romani.

Colori contrastanti – bianco e nero – di due poltrone, il profilo semicircolare delle mani degli archeologi porta lo sguardo al centro del quadro – un mucchio di antichi edifici.

L’obiettivo dell’artista è quello di glorificare queste antiche rovine, che sono state fonte di ispirazione per molti anni. Andrea de Chirico ha ripetutamente osservato che l’antica Grecia e l’archeologia sono elementi autentici necessari per l’equilibrio esistenziale di suo fratello artista.

Ciclo archeologico   Giorgio de Chirico

Nell’Archeologo nel Tempio de Chirico si concentra sugli elementi architettonici delle stanze. Nella parte sinistra del lavoro è possibile vedere nuovamente una varietà di dispositivi di misurazione: quadrati, righelli e compassi.

L’eroina principale del quadro si raggelò in una posa elegante: la mano sinistra poggia su un frammento più piccolo dell’antica struttura e la testa senza volto si inclina malinconica verso di lei. Sembra che la donna archeologa abbia divinizzato il suo lavoro, paragonandola sacra alla stagnatura e, essendo agli scavi, si sia comportata come se fosse in un tempio. Tuttavia, questo tempio per un vero archeologo è una casa.

Come l’archeologia stessa per l’artista Giorgio de Chirico che la ama…

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 votes, average: 5,00 out of 5)