Nelle opere di Rubens sul tema della caccia si possono distinguere due fasi della creatività. I dipinti del primo periodo, che durò fino al 1620, a cui appartiene la “Caccia al cinghiale”, sono caratterizzati da uno schema compositivo centripeto e diagonale, con forze sfrenate che agiscono su entrambi i lati. Le opere successive sviluppano una composizione caratteristica del fregio, cioè l’azione in esse è mostrata in una prospettiva orizzontale, parallela al piano dell’immagine.
Nel primo caso, il climax della caccia viene enfatizzato, quando la bestia viene superata e sconfitta, nel secondo – il processo di pesca. E se le opere del primo periodo dimostrano la vittoria dei cacciatori su un feroce predatore, allora le tele del secondo – la ricerca di un animale indifeso. L’immagine di Dresda in termini di contenuto è molto più di una scena di genere della caccia.
Chiaramente “traspare” l’antico mito della caccia caledoniana, quello in cui Meleagro uccide il cinghiale Kalidon con una lancia.
Qui sono raffigurati tutti i partecipanti alla storia: un cinghiale si trova sotto un albero in un cerchio ristretto di cacciatori e cani che abbaiano ferocemente. Atalanta aveva appena lanciato la sua freccia; la lancia di Meleagro si tuffa nella bestia. Vicino al cinghiale giace un uomo morto.
Questo tema è utilizzato da molti artisti fiamminghi per dipinti che rappresentano la caccia sullo sfondo di un paesaggio forestale.