L’immagine originale si chiamava “Ilya Muromets”, scritta da M. A. Vrubel in modo incredibilmente rapido, entro un paio di settimane, senza quasi schizzi e schizzi preliminari. La forma dell’immagine era il solito rettangolo tradizionale. Puntata in alto sotto forma di un’enorme, pesante forma triangolare a lancia, la ricevette in seguito.
In generale, l’immagine riflette le idee più monumentali e audaci dell’artista.
Vrubel iniziò a scrivere il suo “Bogatyr” dalla testa di un cavallo per il quale stava cercando l’angolo di svolta giusto. Un vero rottame russo da abbinare al suo cavaliere, che fosse sotto il suo peso, scivolò e gli zoccoli andarono nel terreno, o lei cresce dalle profondità della madre terra, nutrendosi della sua forza, incarnando il suo potere. Da qualche parte molto più in basso, senza raggiungere le ginocchia, crescono pini e abeti, sullo sfondo della foresta incantata si vede uno sfondo scuro, che si attorciglia intricato.
L’enorme masso, come un’enorme montagna gigante, delinea la figura di un bogatyr russo, che è parte integrante del corpo di un cavallo e quindi di foreste, campi, terra e cielo. Gli abiti, tradizionali per i guerrieri russi, da noi riconoscibili, si presentano organicamente in una combinazione di colori, toni, linee di uno sfondo generale di un’immagine. Il potere e la forza della terra e del popolo, pieni di maestosa calma e saggezza, sono organicamente concentrati nella forma di eroi eroi.
Le caratteristiche del viso non sono scritte per un eroe specifico di una delle epopee, hanno contorni generali e generalizzati, sono piuttosto simbolici piuttosto che individuali. Il quadro nel suo insieme è una finzione titanica straordinaria, potere mostruoso e monumentalità. L’iperbolicità si esprime proprio nell’approccio all’incarnazione del principio eroico, nella spiritualità della natura e nello spirito creativo popolare.
L’autore stesso ha definito la sua opera la musica di tutta la persona, che suona come un inno alla madrepatria.