Autoritratto – Jean Francois Millet

Autoritratto   Jean Francois Millet

Campo arato senza confini. Mattina. Si sente il silenzio. Sentiamo l’infinito di terra e cielo. Prima di noi cresce un giovane gigante.

Cammina lentamente, spargendo ampiamente oro – chicchi di grano. La terra respira irrequieta, bagnata di rugiada.

Questo è il mondo di Jean-Francois Millet… Stiamo cercando di raggiungere il Seminatore, ma sta andando avanti. Sentiamo il battito misurato del suo potente cuore. Un momento – e vaghiamo attraverso la foresta fresca e ombrosa. Ascoltiamo la conversazione degli alberi.

Crackle merluzzo, zoccoli di legno. E di nuovo siamo nel campo. Stoppia d’oro.

Foschia di polvere. Il caldo. L’allodola canta in alto nello zenit.

Falcia, cianfrusaglie. I segni del male.

Stiamo soffocando dal caldo, ci inzuppiamo di sudore, raccogliendo le spighette insieme alle dure donne contadine, bronzo dalle scottature solari. Mille! Fu lui a cantare il pesante e travolgente lavoro contadino. Fu lui che generosamente e per sempre lasciò tutta la musica dell’alba mattutina e serale, gli arcobaleni multicolori, la freschezza della fioritura.

Tutto lo straordinario ordinario.

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