Dipinto dell’artista olandese Rembrandt van Rijn “Aristotele con il busto di Omero”. La dimensione del dipinto è di 144 x 137 cm, olio su tela. Nel processo di trasformazione della sua visione del mondo, Rembrandt, dopo il 1649, raggiunge nei suoi dipinti la massima imponenza e profondità delle immagini, rivelando di nuovo una connessione completa tra la vita personale e la storia dell’artista.
Allo stesso tempo – tra il 1648 e il 1651 – una svolta decisiva nella Repubblica olandese sta avvenendo dal desiderio espansivo di potere verso il consolidamento delle forze e la conservazione dei conquistati.
I cambiamenti corrispondenti stanno avvenendo nella società olandese, il confronto di classe sta diventando più forte; l’aristocratizzazione dei ricchi borghesi è in aumento. Rembrandt, combinando nella sua visione del mondo la sobrietà critica, la coscienza democratica del primo periodo della rivoluzione olandese con il pathos morale del cristianesimo protestante completamente anti-dogmatico e, infine, l’umanità scettica della sua stessa esperienza, cade sempre più in un’inconciliabile contraddizione in relazione allo sviluppo ufficiale della società olandese.
In ogni singola opera, indipendentemente dal riconoscimento pubblico più o meno significativo, Rembrandt crea un’immagine che si oppone al tempo e alla società, il cui significato allegorico non è collegato al passato, ma è diretto in modo affermativo verso il futuro.
L’idea di essere immersi in profonde contraddizioni, intrappolato in debolezza, meschinità, povertà, perdita, ma chiamato per amore, grandezza e forza dell’umanità si esprime nei dipinti storici di questo decennio: e anche in immagini multivalore di singole figure, dai ritratti nelle immagini “L’uomo dall’elmetto d’oro” e “Aristotele con il busto di Omero” alle immagini degli apostoli e degli evangelisti.