Dalla fine del 1850, Rossetti dipinse una serie di dipinti su soggetti religiosi, in parte ispirati a un ordine per dipingere l’altare nella cattedrale di Landaffsky dall’architetto John P. Seddon; Questo acquerello è stato il primo schizzo del dipinto previsto. In una lettera al critico americano Charles Eliot Norton nel 1858, Rossetti spiegò la sua idea di un trittico chiamato “Il seme di Davidovo”:
Sulle porte laterali ho scritto David come il pastore e David come il re – l’antenato di Gesù, che allo stesso tempo simboleggia quelli del re e del pastore che vennero per adorare il Cristo bambino.
Inizialmente si ipotizzava che la cornice della scena centrale del “Culto” sarebbero state le immagini del re David e dell’apostolo Paolo, ma, trovando questa trama troppo “papale”, Rossetti lo sostituì con immagini più democratiche. “Il seme di David” – una delle poche opere dei preraffaelliti su un tema religioso, creata appositamente per la chiesa; la maggior parte di questi dipinti erano destinati a mostre pubbliche e furono venduti a privati.
La composizione di “Culto” si basa sulla scena della Natività di Cristo nel 1855 ordinata da Reskin. Rossetti trovò l’opera finita una delle sue opere migliori, ma il critico trovò qualcosa di cui lamentarsi e Rossetti fu costretto a fare grandi cambiamenti. Tuttavia, questo lavoro è servito da modello per l’artista per la parte centrale dell’altare. Un angelo alato con tratti di Elisabetta Siddal entra nella stalla dove nacque Gesù. Il pastore bacia la mano di Cristo: il re segue rispettosamente il suo esempio, riconoscendo il primato del Bambino.
Gli angeli sbirciano dalle finestre e guardano giù dalle travi alla scena piena di significato mistico.
Il trittico “David Seed” è un po ‘come questo schizzo. Gli angeli riempirono l’intera stanza; ha cambiato la posizione delle figure. Nella parte centrale, i lineamenti sottili e teneri di Siddal sostituirono la fisicità più monumentale di Jane Morris.
La ricca tavolozza dei colori e la messa in scena delle figure riflettono in particolare l’influenza dell’arte veneziana, che alla fine del 1850 aveva sostituito le prime preferenze di Rossetti nei confronti degli artisti di Firenze e del Siena del Quattrocento, come Sandro Botticelli e Jan van Eyck.