Tabunshchik – Giovanni Fattori

Tabunshchik   Giovanni Fattori

Il fatto che Giovanni Fattori fosse uno dei più brillanti ritrattisti del XIX secolo fu in qualche modo dimenticato nel XX secolo. E ora stiamo riscoprendo i ritratti di Fattori, quindi ci meravigliamo della profondità della sua penetrazione nella psicologia del modello, ammirando poi la forza e la dolcezza con cui l’artista modella il suo viso e la sua figura.

Dai un’occhiata al “Ritratto di cugino Ardzhii”, scritto dall’artista nei primi anni del 1860, quando portò sua moglie, che era malata di consumo, a Livorno. Contiene già quelle note che definiscono il suono dei ritratti maturi di Fattori. E in “Il ritratto di Diego Martelli” cerca con entusiasmo di creare l’effetto di un equilibrio precario, come se volesse “appendere la figura del suo amico nello spazio del quadro.

In questo lavoro possiamo facilmente trovare le caratteristiche inerenti al lavoro dei postimpressionisti.

Ancora e ancora, Fattori sorprende lo spettatore con la sua inconscia innovazione, da cui ha rinnegato negli anni successivi, sgridando i suoi allievi infettati dal postimpressionismo. Qualche goccia della serie di ritratti Fattori “Tabunshchik”, realizzata alla fine del 1880. Sbircia in questa faccia erosa e vedrai quasi il personaggio di Hemingway.

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