Serata gelida – Boris Smirnov-Rusetsky

Serata gelida   Boris Smirnov Rusetsky

L’artista adorava rappresentare gli stati transitori della natura: la sera che non era ancora uscita, il rigonfiamento di una mattina nata, il tardo autunno o l’inizio della primavera, quando la natura è così misteriosamente intima, spiritualizzata, permeata da una sorta di “luce non serale”, piena di suoni musicali speciali.

La meravigliosa fiaba del crepuscolo invernale nel film Frosty Evening è stata scritta da un inizio degli anni ’30 tratto dall’album Smirnov-Rusetsky, conservato da O. Belyaev. Il ciclo “Trasparenza” è uno dei cicli più artisticamente sviluppati, profondamente filosoficamente significativi dell’artista. Comprende più di 260 dipinti e non meno studi.

Il tema della “trasparenza” non era transitorio per l’artista. L’idea del doppio mondo era il fulcro della sua visione del mondo, un fedele seguace delle idee filosofiche dei Roerich. L’artista è stato fedele a loro per tutta la sua vita e più adeguatamente espresso in questo ciclo.

Twilight. La foresta che si schiarisce nella foschia di un’aria quasi tangibile, gelida e bluastra-porpora, rendendo persino il primo piano dell’immagine: le sagome delle masse di alberi allineate ai lati della radura degli alberi sono contratte e fuse. E poi, come se attraverso un cristallo di ghiaccio sottile, le masse e le forme diventassero più sottili, sciogliendosi in una foschia lilla, e persino il freddo cielo invernale di un colore inesprimibile, con una falce di un solitario, appena visibile nell’aureola gelida del mese, si dissolvono e si sciolgono dall’alto.

E al centro della foto c’è un pino avvolto nel gelo, che sembrava non avere il tempo di nascondersi nelle profondità della foresta, e si era addormentato fino alla primavera in una soffice coperta di neve blu-lilla. La natura dorme, ma è animata da correnti interne, perché una radianza appena percettibile emana dal pino apparentemente addormentato, “luce ineffabile”, come diceva Yu. V. Linnik, e forse conduce tranquillamente la sua magica conversazione con il cielo e questa giovane un mese per incontrarla.

Tranquillo e solenne, come nel tempio. E una specie di forza seducente rende lo sguardo più lontano e più profondo nei piani trasparenti, fondendosi lì, nell’infinito, con il cielo. Com’è consonante questo paesaggio dell’anima illuminata dell’uomo, trasformato in un impulso creativo alla ricerca della verità eterna e dell’essenza dell’essere.

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (2 votes, average: 4,00 out of 5)