Rapimento d’Europa – Paolo Veronese

Rapimento dEuropa   Paolo Veronese

La bellissima figlia del re fenicio Agenor si chiamava Europa. Una volta si vestì in abiti luminosi e con le amiche andò in riva al mare. Lì, le ragazze hanno raccolto i fiori, hanno girato intorno. L’Europa voleva sbarazzarsi dei pensieri ansiosi che la tormentavano. Zeus la vide sulla riva, rimase stupito dalla bellezza della ragazza e decise di rapirla.

Dio si trasformò in un toro con le corna d’oro, coperto di lana dorata, con una macchia d’argento sulla fronte.

Toro d’oro che esce lentamente dal bosco. Le ragazze corsero subito da lui, iniziarono ad accarezzare la sua lana dorata. Non avevano mai visto un toro così bello e potente.

Cominciarono a ballare intorno a lui. Anche l’Europa lo accarezzò e lo accarezzò. Dall’animale proveniva un sapore straordinario. Il toro si sdraiò e l’Europa, con una risata, si sedette sulla sua schiena, voleva cavalcare un animale così bonario.

Ma il toro balzò improvvisamente in piedi e si precipitò verso il mare.

L’Europa ha gridato per la paura, voleva saltare via, ma era tardi, il toro si precipitò a una velocità terribile, si aggrappò alle sue corna per non cadere. Correndo verso l’acqua, il toro si precipitò tra le onde e nuotò. E subito il dio dei mari, Poseidone, apparve sul carro d’oro e sulle simpatiche Nereidi.

Poseidone indicò Zeus, agitando il suo tridente e calmando le onde.

Navigò a lungo sul mare, Zeus, stanco. Alla fine, la terra apparve davanti: l’isola di Creta, il luogo in cui si trovava il santuario di Zeus. Il toro arrivò a terra, l’Europa gli saltò giù.

E poi il toro si è trasformato in Zeus e ha confessato l’amore per l’Europa, le ha chiesto di diventare una moglie. Ha accettato e ha iniziato a vivere a Creta.

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