Nelle montagne del Caucaso – Lev Lagorio

Nelle montagne del Caucaso   Lev Lagorio

Nella sua vita, Lagorio dedicò più della metà dei suoi dipinti al mare. Una volta meravigliato del genio di Aivazovsky, una volta visitando la costa, non poteva strappare dalla sua anima una passione per l’oceano. Ma ci sono altri dipinti nelle sue opere – casi della vita, paesaggi meravigliosi, dove c’è ancora qualcosa del mare – anche se è qualcosa – il cielo.

“In the mountains of the Caucasus” è stato scritto nel 1879 – questa è un’impressione, un’immagine della storia. Lagorio a quel tempo viaggiò attraverso il Caucaso, i Balcani e la Crimea e, come ogni artista, prese un pezzo di ciò che vide con sé – prima in fondo, nell’immaginazione e nella memoria, poi nei dipinti.

“Nelle montagne del Caucaso” è molto realistico e scritto nei minimi dettagli. Non ci sono grandi tratti trascurati, non interi, che si sviluppano dalle particelle. È dettagliato, pulito, molto attento ai dettagli. E, naturalmente, l’intero paesaggio è pieno di gioia davanti alle montagne, perché sono quasi il mare, esattamente il contrario.

Qui si snoda il fiume, riflette il cielo. Qui stanno scalando le pendici di alberi e cespugli. Ecco il cielo stesso – un’estate enorme, fumosa, in cui altre catene montuose indovinano vagamente. E le persone – dopo tutto, senza di loro ovunque, sono presenti ovunque, camminano sia in montagna che in mare – i cavalieri su cavalli caldi salgono sempre più in alto.

Quello più vicino, il cavallo è caldo, si affretta.

Forse vuole raggiungere il cavaliere su un cavallo bianco – un amico da cui è rimasto indietro, o un nemico che sta inseguendo – forse ha solo fretta, perché sta aspettando, perché la casa è avanti, perché vuole arrivarci prima.

La grandezza delle montagne appare da questa immagine, il contrasto della loro vastità senza vita con la meschinità insignificante della gente. Se guardi l’immagine a lungo, puoi cadere sulle montagne, come nel mare, annegare in esse.

L’amore per la natura, la sua inconoscibilità e purezza, guarda lo spettatore. Enorme amore che consuma tutto, attraverso il pennello rovesciato sulla tela.

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