La figura dell’Arcangelo Gabriele con l’affresco “Annunciazione” – Giotto

La figura dellArcangelo Gabriele con laffresco Annunciazione   Giotto

Giotto è scarsamente rappresentato nei musei del mondo. Solo “Madonna Onyssanti” è esposta nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Diversi altri musei hanno pannelli che sono attribuiti a Giotto o che si ritiene abbiano lasciato il suo laboratorio.

La migliore opera di Giotto ci è venuta sotto forma di affreschi.

Ci sono tre templi, dipinti dall’artista. Per quanto riguarda la paternità degli affreschi nella chiesa di San Francesco ad Assisi, gli specialisti hanno differenze e gli affreschi nella chiesa fiorentina di Santa Croce sono gravemente danneggiati. Gli affreschi meglio conservati creati da Giotto nella Cappella del Arena di Padova.

Danno un quadro abbastanza completo dell’opera del grande artista.

La cappella prende il nome dalla sua posizione – dove si trova ora, c’era un antico anfiteatro. Nel 1300, Enrico Scrovegni, un ricco residente di Padova, acquistò questo pezzo di terra e vi costruì una lussuosa casa con una chiesa adiacente sul lato sud. La casa non è stata all’altezza dei nostri tempi; la chiesa è preservata.

Il lato settentrionale della cappella sembrava essere stato appositamente creato per i dipinti. E l’intera cappella è progettata con questo “intento” – il suo interno è semplice, non ci sono cornicioni, colonne, nervature sporgenti. All’esterno, la chiesa è altrettanto semplice.

In realtà, è una scatola di pietra per conservare gli affreschi.

L’autore del progetto non ci è noto, ma è stato suggerito che Giotto stesso potesse avere una mano in questo. Sconosciuto e la data esatta di costruzione della chiesa. Approssimativamente: l’inizio della costruzione risale al 1303 anno. Nel 1305 la cappella fu consacrata.

La chiesa costruita fu dedicata a Maria Misericordiosa. Enrico Scroveni disse di averlo fatto erigere in onore della Vergine Maria e di Padova – nella speranza di salvare la propria anima e le anime dei suoi antenati. Avevano le loro ragioni: padre Enrico, Reggie Naldo, era un feroce usuraio che i sacerdoti non gli permisero di seppellire il suo corpo nel recinto della chiesa.

Di questo uomo racconta nella sua “Divina Commedia” Dante, che mostra la sua anima dimorare prima all’inferno e poi, attraverso gli sforzi di Enrico, si trasferì nel Purgatorio.

La parte principale del ciclo, creata da Giotto, è composta da 34 scene, scritte in tre livelli sulle pareti nord e sud della cappella. La riga superiore mostra scene della vita della Vergine Maria e dei suoi genitori, i santi Gioacchino e Anna. La fila centrale è occupata da affreschi dedicati alla vita di Cristo.

La terza fila di affreschi racconta la Passione del Signore e la Sua risurrezione.

Sotto queste scene principali sono scritte 14 immagini allegoriche di virtù e vizi. Curioso: si trovano come se si “guardassero”. Sopra la porta d’ingresso, trafitto nel muro occidentale, c’è una grande scena del Giudizio Universale.

Alla base di questo affresco, Giotto ritrae Enrico Scrovegni, allungando la cappella ridotta alla Vergine Maria.

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