L’isola dei morti – Arnold Becklin

Lisola dei morti   Arnold Becklin

La trama si basa sull’antico mito secondo cui le anime degli eroi e i favoriti degli dei trovano l’ultimo rifugio su un’isola isolata. L’isola dei morti è bagnata dalle acque speculari del deserto del fiume sotterraneo Acheron, attraverso il quale il barcaiolo Charon manda le anime dei defunti.

Gli storici dell’arte, ovviamente, si chiedevano che tipo di isola ispirasse Becklin. Le scogliere a picco sulle “Isole dei Morti” ricordano molto i paesaggi delle isole vulcaniche di Pontina e le scogliere dei Faraglioni vicino alle rive di Capri, che Becklin poteva vedere mentre viaggiava verso Napoli.

È impossibile non ricordare l’isola-cimitero di San Michele vicino a Venezia, dove i corpi dei defunti vengono spediti in gondole e dove gli stessi cipressi scuri lutto si ergono nel cielo come nella foto di Beklin. Questi alberi, che simboleggiano la vita eterna, sono tradizionalmente piantati in Italia nei cimiteri, nei monasteri e nelle chiese vicine.

Ma qualunque sia l’isola che Beklin è stata ispirata, è riuscito a sbarazzarsi della natura e trasmettere la cosa principale: quest’isola con le sue cripte e il suo piccolo molo non appartiene alla vita terrena, è in uno spazio di vita diverso e inaccessibile. Una barca con un portatore, una figura vestita in un sudario e un sarcofago non disturba con la sua planata il silenzio di questo mondo spettrale, malinconico e privo di respiro vivente, ma a modo suo bello.

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