Autoritratto in uno specchio convesso – Francesco Parmigianino

Autoritratto in uno specchio convesso   Francesco Parmigianino

“Autoritratto in uno specchio convesso”, il quadro è stato dipinto dall’artista Parmigianino all’età di vent’anni. Dimensione ritratto, diametro 24,5 cm, legno, olio. Nel 1524, su insistenza dei suoi guardiani, Parmigianino arrivò al fumo del Vaticano a Roma, dove fu presentato al neoeletto papa Clemente VII.

Per presentare la sua maestria, l’artista ha presentato diversi dipinti al capo della Chiesa cattolica, tra cui il famoso “Autoritratto in uno specchio rialzato”, in cui ha risolto brillantemente un compito prospettico piuttosto complicato, dando alla sua immagine un aspetto quasi “surreale”. In questo ritratto, il giovane artista ha dimostrato l’abilità di eseguire insoliti effetti spaziali su un piano, l’unicità e la complessità della sua immagine.

Parmigianino nasce a Parma l’11 gennaio 1503, vero nome e cognome di Francesco Mazzola. Dei genitori del futuro artista non si sa praticamente nulla, tranne che sono morti presto. Un ragazzo orfano è stato accolto dai parenti di suo padre, pittori poco noti ma noti nella loro arte.

Apparentemente, il corso iniziale del giovane Parmigianino passò sotto la loro guida. Con il suo “mentore spirituale” – Correggio – Parmigianino ebbe l’opportunità di incontrarsi solo nel 1519, quando lavorò a Parma sugli affreschi del monastero di San Paolo.

Nel 1522, il diciannovenne Francesco Mazzola aveva già raggiunto così altezze nella sua arte che gli fu affidato un ordine per diversi affreschi per la Chiesa di Parma di San Giovanni Evangelista. Se credi allo storico degli artisti Giorgio Vasari, allora Parmigianino arrivò a Roma, accompagnato da uno dei suoi guardiani, e con lui venne dal Papa.

Papa Clemente VII, dopo aver visto le immagini portate dal giovane, gli mostrò molti favori, e il giorno seguente le voci sul “piccolo parmigiano” si diffusero in tutta la città. Coloro che hanno visto le sue opere hanno affermato che lo spirito di Raffaello “si è insediato nell’artista”, perché sembrava sorprendente anche ai romani quell’abilità così alta in un artista così giovane.

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